I Denti del giudizio
I denti del giudizio o terzi molari, compaiono tra i 16 e 25 anni, o molto più tardi di questa fascia di età, o addirittura non comparire mai. Quanti sono i denti del giudizio?
Meningite, cos’è ?
La meningite è una grave malattia dovuta all’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello.
L’infiammazione di tali membrane si ripercuote sul cervello portando a gravi sintomi neurologici che possono portare alla morte oppure a postumi gravi come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia.
Cause Meningite
La meningite può essere provocata sia da batteri sia da virus, funghi o altre agenti.
Quella più temibile è quella batterica dovuta principalmente a tre germi: emofilo tipo B, pneumococco, meningococco.
Le forme di meningite dovute a virus sono generalmente a decorso benigno. La gravità della meningite batterica è più elevata in età pediatrica.
La meningite o infiammazione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale è causata da microrganismi.
Tale infiammazione può essere provocata da microrganismi di tipo commensale, cioè naturalmente presenti nell’organismo umano e quindi non patogeni, ma diventa virulenta se la resistenza dell’organismo diminuisce, ad esempio in seguito a un raffreddore, morbillo o varicella.
Anche un processo infettivo localizzato in altra sede può evolvere in una meningite, come una infiammazione dell’orecchio medio o del naso che si diffonde alle meningi.
Sintomi Meningite
I sintomi principali della meningite sono febbre, nausea, vomito, sonnolenza, cefalea e irrigidimento della parte posteriore del collo. Tipici segni collaterali sono anche la diminuzione dello stato di coscienza, con senso di torpore, battito cardiaco rallentato ed episodi convulsivi.
La meningite di origine infettiva si trasmette da persona a persona per via aerea attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali emesse con la tosse, gli starnuti o mentre si parla a distanza ravvicinata In caso di sospetta meningite, rivolgersi in modo tempestivo al proprio medico facilita la corretta diagnosi e consente di anticipare la cura. L’indagine più importante ai fini della diagnosi è l’analisi del liquido cerebro-spinale, prelevato attraverso una puntura lombare, con analisi citochimica, molecolare e colturale. Questo esame permette di verificare la presenza di un’infezione, quindi identificare e caratterizzare il patogeno coinvolto nell’eziologia della meningite.
Mastoplastica: informazioni utili per l’ aumento del seno.
L’intervento giusto per aumentare il volume del seno, ma anche per migliorarne solo la forma, è la Mastoplastica Additiva.
È diventato ormai l’intervento più usuale nell’ambito della chirurgia estetica e quest’intervento dura.
Età Mastoplastica
DAI 40 ai 60 minuti, eseguito per la maggioranza dei casi in dayhospital.
Tramite quest’intervento vengono inserite delle protesi mammarie che sono fondamentalmente di due grandi categorie:
- Protesi mammarie Anatomiche, hanno una forma a goccia con un profilo naturale;
- Protesi Rotonde, sono quelle più tradizionali e che riempiono di più il polo superiore del seno.
Le incisioni che vengono eseguite in un intervento di Mastoplastica Additiva sono intorno all’areola, nel solco sotto – mammario, oppure nella regione ascellare, ma questa tecnica viene utilizzata più raramente.
Le protesi vengono messe su un piano, detto Dual Plain, in modo che il muscolo pettorale copra la protesi nella porzione superiore.
Le protesi che normalmente vengono utilizzate per questo tipo di intervento sono di due forme, una più rotonda , che riempie maggiormente il polo superiore ed una più anatomica.
Come si svolge l’intervento?
L’intervento si svolge in sala operatoria, quindi è un vero e proprio intervento chirurgico in anestesia generale.
Quali tecniche di chirurgia si utilizzano?
La Mastoplastica Additiva prevede l’utilizzo di più tecniche chirurgiche. La tecnica più tradizionale è la tecnica “sotto – ghiandolare”, dove il chirurgo inserisce al di sotto della ghiandola mammaria la protesi.
Un’altra tecnica utilizzata, ma ormai un po’ in disuso, è la tecnica “sotto – muscolare”, dove la protesi viene messa completamente sotto al muscolo grande pettorale.
Dual Plan
Ma la tecnica più moderna ed efficiente è la cosiddetta tecnica “Dual Plain” che prevede il polo superiore coperto dal moscolo pettorale ed il polo inferiore al di sotto della ghiandola mammaria, questo consente di dare un risultato molto più naturale nel tempo.
Le cicatrici sono visibili?
Nella Mastoplastica Additiva, le vie di incisione e quindi le vie di accesso per fare questo intervento, sono fondamentalmente tre: a metà dell’areola; solco sotto – mammario; via ascellare. Queste cicatrici che sono lunghe circa 3/4 centimetri, a distanza di tempo sono praticamente invisibili. È vero che le protesi al silicone sono pericolose? No, le protesi al silicone non sono pericolose.
Prima di tutto il silicone è la sostanza in medicina più studiata al mondo, è una delle sostanze più inerti che ci siano. È stato ampiamente dimostrato che non da origini a malattie del collagene oppure al tumore mammario e sicuramente queste protesi moderne, che sono costituire da gel altamente coesivo, sono estremamente sicure.
Quanto durano le protesi?
Prima le protesi erano garantite 10 anni, ma oggi non è più cosi, in quanto ci sono alcune protesi, prodotte in America, che sono garantite per tutte la vita, per cui anche le donne molto giovani, non avranno bisogno di sostituirle.
Dopo l’intervento, ci sono delle indicazioni particolari da seguire?? Nelle prima 24/48 ore di riposo, è comunque possibile effettuare movimenti quotidiani, come ad esempio, muovere le braccia. Dal terzo giorno sarà anche possibile guidare o fare una leggera attività fisica, fino a che, ad una settimana dall’intervento si possono rifare il 70/80% delle cose che si facevano prima e ad un mese dall’intervento è possibile fare tranquillamente tutto ciò che si faceva prima di essere operata.
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Filler: ridona giovinezza al tuo viso
I filler possono essere definiti come “sostanze da iniettare nella pelle”, con lo scopo di aumentare il volume delle labbra, correggere le asimmetrie e i difetti del contorno; a ridare giovinezza ad una mucosa che sta perdendo turgore a causa dell’età, andare a correggere degli inestetismi che si manifestano sul viso, e in modo particolare, per tentare di rallentare la comparsa dei segni tipici dell’invecchiamento, contrastando efficacemente le rughe e i solchi della pelle; ma un altro risultato che viene solitamente perseguito con l’utilizzo del filler, è quello della correzione dei volumi del viso, la cosiddetta ipoplasia, con particolare riferimento all’incremento del volume degli zigomi, del mento e infine anche delle labbra.
Grazie alle iniezioni di acido ialuronico le labbra diventano più piene e turgide, ottenendo un effetto molto naturale
Che Cosa sono i Filler
Si tratta di materiali speciali che possono essere iniettati direttamente nella pelle del viso, facendo uso di un ago particolarmente sottile.
Hanno principalmente il ruolo di riempire le rughe, come del resto le pieghe, le depressioni e le cicatrici troppo pronunciate.
La medicina estetica ne fa anche uso nei casi in cui sia necessario aumentare il volume delle labbra, del mento ed infine persino degli zigomi.
Esistono differenti tipologie di filler ed ognuna è indicata per svolgere un trattamento specifico.
Cosa non fare dopo il Filler
Sottoporsi a un’iniezione di filler è semplice: il trattamento può avvenire senza la necessità di ricovero, e oltretutto le infiltrazioni, poiché effettuate con aghi sottili, non richiedono l’anestesia.
Bisogna però mettere in conto, che un trattamento con filler può causare la comparsa di segni di piccole dimensioni, come ematomi, che in genere non tardano a riassorbirsi dopo l’intervento. Indicazioni da rispettare dopo il trattamento:
- Evitare il sole o eventuali attività al freddo fino a quando il gonfiore non scompare.
- Non esporsi al sole se risulta evidente un edema o un livido.
- Non assumere farmaci antinfiammatori non steroidei, salvo diversa prescrizione medica Usare una crema antiedema, se prescritta dal medico
- Evitare alcolici
- Non ricorrere al trucco nelle 12 ore successive
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Allergie primaverili: cause, rimedi e prevenzione da non trascurare.
Le allergie primaverili colpiscono fino al 20% della popolazione, con i seguenti sintomi:
- naso che cola e congestione nasale
- prurito agli occhi e/o occhi che lacrimano
- starnuti
- tosse
- prurito al naso, sul palato o in gola
- gonfiore, occhiaie bluastre
- diminuzione del senso del gusto o dell’odorato
- febbre
Le allergie possono comparire a qualsiasi età, ma in genere iniziano nell’infanzia o durante l’adolescenza.
L’allergia è una reazione immunitaria verso una sostanza esterna.
n molti casi i sintomi migliorano con il passare degli anni e fino alla metà dei pazienti notano qualche miglioramento (ma solo nel 10-20% dei soggetti colpiti si assiste a una completa scomparsa dei sintomi).
Ad oggi non esiste una cura efficace nella totalità dei casi per risolvere definitivamente il problema, ma disponiamo di molti modi per gestire efficacemente il disturbo.
Come capire a cosa si è allergici?
È possibile capire a cosa si è allergici attraverso il Prick Test, in quanto permette la diagnosi delle allergie alimentari e respiratorie.
Il prick test viene effettuato posizionando una goccia di un estratto allergenico sulla cute del paziente. La cute della zona scelta per l’esecuzione del test è abitualmente la faccia volare degli avambracci.
Successivamente l’allergologo va a “pizzicare” la cute sottostante la goccia allergenica con una lancetta sterile. È necessario usare una lancetta sterile differente per ciascun allergene, per evitare la contaminazione tra estratti diversi.
In questo modo, molecole allergeniche riescono a penetrare gli strati superficiali della cute.
Quest’ultima, successivamente, si asciuga facendo attenzione che le gocce di allergene non vadano a sovrapporsi o contaminarsi l’una con le altre.
Dopo circa 15-20 minuti di attesa, la cute viene esaminata, per valutare eventuali reazioni positive ad uno o più allergeni, che si presentano come pomfi tondeggianti e rilevati, del diametro di alcuni millimetri, pruriginosi e contornati da eritema.
I pomfi appaiono in tutto e per tutto analoghi a “punture di zanzara”.
È possibile effettuare il prick testa ad ogni età ed è importante non assumere anti-istaminici per bocca (o in iniezione) da almeno 5-7 giorni. Tutte le altre terapie invece non interferiscono con l’effettuazione del test.
Come prevenire le Allergie
Non esiste alcun modo efficace per evitare la malattia. Prima dell’inizio della stagione, il paziente dovrebbe rivolgersi all’allergologo, per impostare il programma preventivo o terapeutico più appropriato.
Si può, infatti, cercare di limitare la manifestazione dei sintomi, evitando le cause che scatenano le reazioni allergiche e adottando alcune misure per ridurre l’esposizione agli antigeni allergizzanti.
Ecco qualche esempio:
Già diverse settimane prima dell’arrivo della primavera è necessario cercare di ripulire al meglio la casa. Va eliminata quanta più polvere possibile, si lavano le tende, i tappeti, le lenzuola e le coperte. Questi dovranno rimanere puliti il più possibile anche nella stagione delle allergie.
Se si hanno animali domestici anche questi dovranno essere lavati circa una volta a settimana. Bisogna fare attenzione anche alle muffe che attecchiscono in luoghi bui e umidi. Sostituite i filtri del condizionatore in casa.
La prevenzione fuori casa è la più difficile ma anche la più importante. Anche in questo caso ci sono delle regole da tenere a mente. Innanzitutto bisogna dedicarsi ad attività all’ aperto solo quando cala la concentrazione di pollini ,se i vostri animali domestici trascorrono molto tempo all’ aria aperta potrebbero avere dei pollini nel pelo quindi conviene lavarli spesso. Il bucato è meglio stenderlo in casa se è possibile.
Ora non ti resta che fissare il tuo appuntamento !
Torna a respirare, goditi la primavera!
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Come affrontare il caldo
Come affrontare l’afa e le alte temperature estive?
Il rischio è quello di essere colpiti da un colpo di calore e di disidratarsi. E allora vogliamo darvi qualche consiglio …
1) Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata. Evitare di uscire nelle ore più calde cioè dalle ore 11.00 alle 18.00. Se si esce nelle ore più calde non dimenticare di proteggere il capo con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole; inoltre proteggere la pelle dalle scottature con creme solari protettive.
2) Indossare un abbigliamento adeguato e leggero. Sia in casa che all’aperto, indossare abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente di fibre naturali per far assorbire meglio il sudore e permettere la traspirazione della cute.
3) Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro. Schermare le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende etc. Aprire le finestre durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte).
Se si utilizza l’aria condizionata, ricordarsi che questo efficace strumento va utilizzato adottando alcune precauzioni per evitare conseguenze sulla salute e eccessivi consumi energetici. Si raccomanda di utilizzarla preferibilmente nelle giornate con condizioni climatiche a rischio; di regolare la temperatura tra i 25°C – 27°C; di coprirsi nel passaggio da un ambiente caldo ad uno più freddo; di provvedere alla loro manutenzione e alla pulizia regolare dei filtri; di evitare l’uso contemporaneo di elettrodomestici che producono calore e consumo di energia.
4) Ridurre la temperatura corporea. Fare bagni e docce con acqua tiepida, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca. In casi di temperature molto elevate porre un panno bagnato sulla nuca.
5) Ridurre il livello di attività fisica. Nelle ore più calde della giornata evitare di praticare all’aperto attività fisica intensa o lavori pesanti.
6) Bere con regolarità ed alimentarsi in maniera corretta. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno (salvo diversa indicazione del medico curante). Gli anziani devono bere anche se non ne sentono il bisogno. Evitare di bere alcolici e limitare l’assunzione di bevande gassate o troppo fredde. Mangiare preferibilmente cibi leggeri e con alto contenuto di acqua (frutta e verdura).
7) Adottare alcune precauzioni se si esce in macchina. Se si entra in un’auto parcheggiata al sole, prima di salire aprire gli sportelli, poi iniziare il viaggio a finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione. Prestare attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza, verificare che non siano surriscaldati. Quando si parcheggia la macchina non lasciare mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell’abitacolo.
8) Conservare correttamente i farmaci. Leggere attentamente le modalità di conservazione riportate sulle confezioni dei farmaci e conservare tutti i farmaci nella loro confezione, lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta. Conservare in frigorifero i farmaci per i quali è prevista una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°C.
9) Quando arriva il gran caldo, le persone anziane, con patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, diabete ecc)e le persone che assumono farmaci, devono osservare le seguenti precauzioni: consultare il medico per un eventuale aggiustamento della terapia o della frequenza dei controlli clinici e di laboratorio (ad esempio per i diabetici è consigliabile aumentare la frequenza dei controlli glicemici); segnalare al medico qualsiasi malessere, anche lieve, che sopraggiunga durante la terapia farmacologica; non sospendere mai di propria iniziativa la terapia in corso.
10) Sorvegliare e prendersi cura delle persone a rischio. Nei periodi prolungati di caldo intenso, prestare attenzione a familiari o vicini di casa anziani, specialmente se vivono da soli e, ove possibile, aiutarli a svolgere alcune piccole faccende, come fare la spesa, ritirare i farmaci in farmacia etc. Segnalare ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento, come persone che vivono in situazioni di grave indigenza o di pericolo per la salute.
Per maggiori informazioni contattarci telefonicamente al numero 0818522995
Come proteggersi dal sole. Ecco alcuni consigli!
Trascorrere una bella giornata sulla spiaggia significa anche rilassarsi al sole, cosa che permette al corpo di assorbire naturalmente la vitamina D. Tuttavia, un’esposizione eccessiva e prolungata può causare scottature, danni cutanei, cancro alla pelle, pigmentazione irregolare e insolazione.
Prendi le giuste precauzioni per evitare questi rischi e goderti il sole in un modo più sano.
Scegli la giusta protezione solare
Contrariamente a quanto molti credono, il valore numerico del fattore di protezione solare, non rappresenta la sua efficacia. Invece, indica per quanto tempo ti proteggerà dai raggi ultravioletti di tipo B (UVB). Sono consigliabili protezioni 30 o più.
Cerca creme che proteggano sia dai raggi UVA che da quelli UVB. Gli UVB sono quelli che provocano scottature, mentre gli UVA causano altri tipi di danni, tra cui segni di invecchiamento quali rughe o macchie. Entrambi i tipi di UV aumentano il rischio di contrarre il cancro alla pelle. Preferisci i prodotti che offrono una protezione ad ampio spettro.
Se nuoterai o suderai molto, scegli una crema solare resistente all’acqua. Ricorda: nessun prodotto è completamente waterproof, quindi dovresti riapplicarlo frequentemente in base alle istruzioni riportate sulla confezione.
Scegli dei solari adatti ai bambini. I filtri UV a base di minerali come zinco e titanio vengono considerati più sicuri, in quanto difficilmente causano reazioni allergiche ai bambini e ai soggetti con la pelle sensibile.
Come applicare la crema solare?
Ogni prodotto specifico ha la sua data di scadenza; per essere sicuro che sia efficace, dovresti sempre rispettarla. In linea di massima, è preferibile cambiare i solari una volta all’anno, anche perché generalmente hanno un tempo di utilizzo di 12 mesi dall’apertura.
Le sostanze chimiche delle creme solari richiedono circa 30 minuti per essere assorbite totalmente dalla pelle e proteggerla. Spalmala prima di uscire, più o meno mezz’ora prima di esporti al sole.
Se usi una crema, la quantità che dovresti applicare è più o meno pari alle dimensioni di una normale palla da golf. Assicurati di coprire le zone più vulnerabili del corpo. Tutta la pelle esposta ai raggi solari dovrebbe essere protetta.
Scegli gli indumenti che ti proteggano dal sole: cappelli o occhiali da sole per proteggere la vista da un’esposizione prolungata ai raggi UV.
Mantieni una buona idratazione. L’acqua è ideale per idratarti nei giorni più caldi e non solo. Secondo gli esperti, gli uomini dovrebbero consumare circa 3 litri di liquidi al giorno, mentre le donne 2 litri al giorno. Bevi acqua anche quando non hai sete!
Se inizi a sentirti accaldato, fai una nuotata! Immergere il corpo nell’acqua fresca può aiutarti ad abbassare la temperatura corporea.
Conosci i sintomi di un colpo di calore o un’insolazione?
Se osservi i seguenti segnali, smetti di esporti al sole e bevi molti liquidi:
- Pelle calda al tatto;
- Sudore eccessivo;
- Vertigini o disorientamento;
- Nausea o vomito;
- Battito cardiaco accelerato;
- Urina scura e/o minzione poco frequente;
- Se i sintomi non si attenuano dopo mezz’ora, vai immediatamente al pronto soccorso.
Alcuni Consigli
- Quando esci, porta con te una bottiglia d’acqua.
- È possibile scottarsi attraverso i vestiti. Per essere sicuro, applica la protezione al di sotto del vestiario.
- La protezione solare può irritare molto gli occhi. Non applicarla nella zona perioculare. Se entra negli occhi, lavali subito con cura usando l’acqua.
Avvertenze
- Se quando applichi la protezione solare gli occhi lacrimano, la pelle si arrossa e hai altre reazioni strane, forse sei allergico. Passa a un prodotto più delicato o parlane con il nostro dermatologo.
- Se possibile, compra un prodotto privo di parabeni. I parabeni usati come conservanti nei prodotti dalla vita utile lunga sono stati associati al cancro al seno e possono causare allergie cutanee o rosacea tra i soggetti sensibili. In ogni caso, l’industria cosmetica li considera sicuri e bisogna fare ulteriori studi.
Dubbi o Domande? Contattaci
Dermatite atopica: cos’è e come curarla
La dermatite atopica è una patologia cronica della pelle, non contagiosa, caratterizzata dalla comparsa di infiammazione e lesioni eritematose.
Chi soffre di dermatite atopica in genere è affetto anche da malattie allergiche quali asma, orticaria, allergie alimentari. È un disturbo molto diffuso, con un’incidenza in costante aumento.
Di solito compare nella primissima infanzia, anche se può insorgere a qualsiasi età. Può andare incontro a guarigione spontanea o a un’attenuazione dei sintomi con la pubertà.
Tuttavia, soprattutto durante l’adolescenza, possono anche verificarsi periodi di completa remissione seguiti da una ricomparsa all’inizio dell’età adulta.
Cause Dermatite Atopica
Tra i fattori che provocano la dermatite atopica vanno considerati la predisposizione genetica, lo stato psicosomatico e l’ambiente circostante.
Tra i fattori scatenanti o che possono peggiorare la sintomatologia vi sono invece:
- secchezza cutane
- bagni caldi,
- stress
- sudorazione,
- saponi o detergenti
- tessuti di lana o irritanti
- polvere o sabbia,
- fumo di sigaretta,
- alcuni alimenti.
Sintomi Dermatite Atopica
Tra i principali sintomi possiamo riconoscere:
- intenso prurito
- arrossamenti
- pelle disidratata e senza sebo
Spesso il grattarsi causa un ispessimento della pelle con desquamazione che, a volte, assume un colorito grigiastro.
L’aspetto e la localizzazione delle reazioni cutanee cambia a seconda dell’età e dell’attività della malattia.
Durante la prima infanzia, fino ai due anni di età, le lesioni sono in prevalenza eruzioni cutanee rosse e umide, che iniziano di solito sul viso e, solo in un secondo tempo, si estendono a tronco, gomiti e ginocchia; nella seconda infanzia si osserva maggior ispessimento ed estensione delle lesioni a collo, pieghe degli arti, polsi, dorso delle mani. Nell’adulto invece le lesioni si presentano principalmente su collo, nuca, torace, spalle, le pieghe e le estremità degli arti.
Questa malattia rende la pelle particolarmente incline a infettarsi: nelle zone escoriate sono frequenti infezioni microbiche, ma anche infezioni virali da Herpes simplex e da mollusco contagioso.
I sintomi possono infine causare problemi di origine psicologica e il prurito può generare disturbi del sonno specie nei bambini.
Terapie Dermatite
Non esiste una cura definitiva per la dermatite atopica: esistono soltanto terapie e misure preventive che mirano a tenerla sotto controllo e ad alleviarne i sintomi. La presenza di lesioni rende necessaria una terapia antinfiammatoria locale, in genere basata su corticosteroidi in combinazione con idratanti.
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Ictus celebrale , sintomi e prevenzione
L’ictus cerebrale è conseguenza della mancata irrorazione di una zona del cervello da parte di un’arteria, per la rottura dell’arteria stessa (ictus emorragico) o per la sua occlusione da parte di un trombo (ictus trombotico).
Ictus cerebrale: la morte dei neuroni
I neuroni, privati del necessario apporto di ossigeno trasportato dal sangue, muoiono entro pochi minuti; conseguentemente tutte le parti del corpo che sono sotto il controllo di questi neuroni cessano di funzionare. Il cervello è infatti un organo definito nobile, che soffre cioè molto rapidamente, e in modo sensibile, di un ridotto apporto di sangue.
L’ictus cerebrale è conseguenza della mancata irrorazione di una zona del cervello da parte di un’arteria, per la rottura dell’arteria stessa (ictus emorragico) o per la sua occlusione da parte di un trombo (ictus trombotico).
Ictus cerebrale: la morte dei neuroni
I neuroni, privati del necessario apporto di ossigeno trasportato dal sangue, muoiono entro pochi minuti; conseguentemente tutte le parti del corpo che sono sotto il controllo di questi neuroni cessano di funzionare. Il cervello è infatti un organo definito nobile, che soffre cioè molto rapidamente, e in modo sensibile, di un ridotto apporto di sangue.
Ictus cerebrale e prevenzione
Nel caso dell’ictus cerebrale la prevenzione è obbligatoria perché la cura è impossibile: il tessuto cerebrale non ha, a differenza di altri tessuti, la capacità di rigenerarsi, cioè di riparare un’eventuale lesione sostituendo i neuroni morti con altri neuroni. Per questo è molto importante identificare in tempo problemi al cuore che possono provocare danni molto difficilmente recuperabili alle cellule cerebrali. L’ictus cerebrale trombotico può essere causato da un’embolia cerebrale o da una trombosi cerebrale.
- Embolia cerebrale. L’embolia cerebrale è dovuta alla migrazione di piccolissimi coaguli che, formatisi generalmente nel cuore o nelle arterie carotidi, prendono la strada delle grandi arterie e si fermano in un’arteria cerebrale ostruendo il passaggio del Sangue e dell’ossigeno. La causa più frequente di embolia cerebrale è la fibrillazione atriale.
- Trombosi cerebrale. La Trombosi cerebrale è sicuramente il tipo più frequente di Ictus Essa è dovuta alla formazione di un trombo su un’arteria cerebrale lesa da placche arteriosclerotiche (escrescenze che si formano sulle pareti delle arterie, a causa di un eccesso di grassi nel sangue, del fumo di sigaretta o della pressione sanguigna troppo elevata) e si verifica prevalentemente di notte o nelle prime ore del mattino.
Fattori di rischio dell’ictus cerebrale
Le persone più soggette a rischio di ictus cerebrale sono coloro che hanno già avuto TIA (Attacchi Ischemici Transitori) o altre malattie di tipo ischemico alle arterie; quelle che soffrono di diabete, ipertensione arteriosa o presentano un eccesso di colesterolo nel sangue; coloro che hanno avuto un familiare colpito da ictus in un’età relativamente giovane (meno di 60 anni).
Altri importanti fattori di rischio sono il fumo di sigaretta, l’obesità, la sedentarietà e lo stress. Ultimamente è stato accertato che livelli troppo elevati di omocisteina (un amminoacido che può provocare, se presente in eccesso, irritazione alle pareti delle arterie) nel sangue aumentano i rischi di avere un ictus cerebrale.
Segnali precoci di ictus: i campanelli d’allarme
- Fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale è un’alterazione del battito cardiacoper cui gli arti cardiaci pompano il sangue nei ventricoli con forza insufficiente e a intervalli irregolari; questo provoca una stasi del sangue a livello degli atri del cuore e ne favorisce la coagulazione. Il paziente può avvertire una sensazione di cardiopalmo e, tastandosi il polso, nota un’assoluta irregolarità dei battiti. La complicanza più grave della fibrillazione atriale è l’embolia arteriosa al cervello.
- Attacchi ischemici transitori (TIA). Gli attacchi ischemici transitori sono un deficit temporaneo di una funzione cerebrale(perdita della parola, diminuzione della forza di un arto), dovuto generalmente all’ostruzione transitoria di un’arteria cerebrale da parte di piccoli emboli o trombi provenienti da placche aterosclerotiche delle arterie del collo che portano il sangue al cervello. I sintomi durano pochi minuti, anche se, occasionalmente, possono durare alcune ore (non più di 24 ore) e regrediscono completamente, a differenza di quanto avviene per l’ictus cerebrale. Essi sono però molto simili a quelli tipici dell’ictus:
- debolezza e/o difficoltà di movimento di un arto o di un lato del corpo;
- offuscamento o perdita della vista da un occhio;
- problemi di linguaggio, come pronuncia difettosa (disartria) o difficoltà a trovare le parole giuste (afasia);
- più raramente vertigini o vista sdoppiata (diplopia).
Gli attacchi ischemici transitori sono degli importanti segni premonitori, utili per predire il rischio di ictus cerebrale in ciascun paziente. Infatti il rischio di ictus per una persona che abbia avuto almeno un TIA è circa dieci volte superiore a quello di un’altra persona con le stesse caratteristiche che non abbia mai sofferto di TIA.
Relazione tra chirurgia vascolare e ictus
Il chirurgo vascolare può correggere un importante fattore di rischio per l’ictus cerebrale: la stenosi delle carotidi, ossia un restringimento dovuto alla presenza di placche aterosclerotiche sulle pareti delle carotidi.
La stenosi delle carotidi si rileva grazie all’ecodoppler dei tronchi sovraortici, un esame che non richiede iniezioni o dolore: passando una sonda sul collo del paziente si osserva il flusso nelle arterie carotidi e si cercano eventuali indurimenti o restringimenti delle arterie.
Ictus cerebrale: le terapie
Per impostare una cura adeguata è fondamentale stabilire, grazie alla TAC (Tomografia Assiale Compiuterizzata) e alla RMN (Risonanza Magnetica), se si tratta di un ictus ischemico (come nella maggior parte dei casi) oppure emorragico.
Per esempio, se l’ictus è di natura ischemica, cioè dovuto a trombosi o embolia, si può somministrare al paziente una sostanza in grado di sciogliere il coagulo (trombolisi); somministrare la stessa sostanza nel caso di un ictus di natura emorragica significa peggiorare l’emorragia. In alcuni casi, invece, è meglio tenere il paziente sotto osservazione, in attesa che l’evoluzione dei sintomi orienti ad una diagnosi più certa e indichi se può essere impostata una terapia mirata, anticoagulante o antiaggregante.
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Prevenzione melanoma
Maggio è il mese della prevenzione del Melanoma . Controllare i nei presenti sul nostro corpo è importante per prevenire forse tumorale nascoste sotto un semplice e innocuo neo.
L’obiettivo della visita dermatologica è sensibilizzazione sull’importanza di sottoporsi a visite periodiche, perché la guarigione dal tumore della pelle dipende dal suo stadio di evoluzione al momento dell’intervento medico o chirurgico.
Stare attenti se…
Devi stare più attenta se hai la carnagione chiara, i capelli biondi o rossi e gli occhi azzurri, se quando prendi il sole ti scotti facilmente e se in famiglia c’è almeno un caso di melanoma.
Aumentano il pericolo di melanoma anche l‘esposizione discontinua e intensa al sole e il crogiolarsi sotto i suoi raggi durante le ore “sbagliate”.
Per intenderci, vietato fare “indigestione” di sole nel fine settimana, per essere abbronzata il lunedì mattina, ed esporsi tra le 12 e le 15, quando i raggi sono più forti. Infine è d’obbligo l’uso di una crema con fattore protettivo elevato e adatto alla tua pelle. Da notare se ci sono cambiamenti di forma, colore e dimensione, e non dimenticare di guardare la parte interna ed esterna delle braccia e la parte frontale del corpo, dal volto alle caviglie, comprese le mani e gli spazi tra le dita. Verifica con cura anche il lato sinistro e quello destro. Con l’aiuto dell’altro specchio, osserva la parte posteriore, dalle spalle alle caviglie.
Non dimenticare la cute sotto i capelli.
In cosa consiste la visita?
Il controllo dei nei (o nevi) sul corpo è lo screening per la diagnosi precoce del melanoma e di altri tumori della pelle.
È una visita semplice, rapida e non fastidiosa, il cui scopo è porre una diagnosi dei nei (o di altre lesioni cutanee)
Le lesioni benigne non sono motivo di preoccupazione. L’epiluminescenza, cioè il controllo dei nevi con un apposito strumento dotato di una luce interna e di una lente di ingrandimento, consente di valutare meglio la struttura delle lesioni della pelle, rendendo più precisa la diagnosi del medico.