Il Test di Schirmer per la diagnosi dell’occhio secco: tutte le info di cui hai bisogno per la procedura eseguita presso il centro Polimed di Afragola (Napoli)
In ambito oftalmologico, il Test di Schirmer rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale per la valutazione della produzione lacrimale e soprattutto per individuare condizioni come l’occhio secco, problematica che colpisce fino al 30% della popolazione over 50.
Il test prende il nome dall’ideatore, il medico tedesco Otto Schirmer, che lo sviluppò nel 1903, ma resta ancora oggi ampiamente impiegato.
Oggi esploreremo la metodologia, l’applicazione clinica e l’importanza del Test di Schirmer nel contesto di una più approfondita visita oculistica.
Cos’è il Test di Schirmer e a cosa serve
Il Test di Schirmer è una procedura che misura la quantità di lacrime prodotte dall’occhio in un determinato periodo di tempo.
L’esame è molto semplice e viene eseguito con una carta bibula (assorbente), posizionata sulla palpebra: più avanti, un approfondimento sul procedimento.
Il Test di Schirmer è tipicamente eseguito da professionisti della salute oculare, quali oftalmologi (gli oculisti, cioè i medici specializzati nella cura degli occhi) o optometristi (professionisti della salute oculare che forniscono cure primarie per la vista).
Questi specialisti sono formati per eseguire il test in modo sicuro e accurato, assicurando che sia eseguito in conformità con le linee guida standard.
In alcune strutture, il test può essere eseguito anche da personale infermieristico o tecnici oftalmici sotto la supervisione di un oftalmologo.
Tuttavia, la diagnosi e l’interpretazione dei risultati del test richiedono la competenza di un medico oculista o di un optometrista, poiché sono necessarie conoscenze specifiche per valutare correttamente la produzione di lacrime e per diagnosticare eventuali patologie oculari associate.
A cosa serve?
Come abbiamo accennato, l’esame è impiegato principalmente per diagnosticare la DES, Dry Eye Syndrome, o sindrome dell’occhio secco in italiano. La condizione è caratterizzata da una produzione lacrimale insufficiente o di scarsa qualità, un problema non solo per il comfort del paziente, ma anche perché può aumentare il rischio di infezioni e influenzare la vista.
Ma il Test di Schirmer può identificare anche:
- La sindrome di Sjögren, malattia autoimmune sistemica, che colpisce le ghiandole esocrine (tra cui ci sono, appunto, anche i tessuti che producono le lacrime). Una condizione che può portare a sua volta alla cheratocongiuntivite secca.
- Malattie reumatiche di diverso tipo, come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico, dal momento che, a loro volta, possono avere un impatto sulle ghiandole lacrimali.
L’esame permette inoltre di monitorare l’effetto dell’uso prolungato di alcuni medicinali sulla produzione lacrimale. Parliamo in particolare di farmaci come antistaminici, beta-bloccanti, antidepressivi, antipsicotici o isotretinoina.
Come si esegue?
All’interno del fornice congiuntivale inferiore (per capirci, tra la palpebra e il punto inferiore dell’occhio) si inserisce una particolare strisciolina di carta assorbente chiamata carta bibula. La strisciolina è lunga circa 30 mm e larga 5.
Durante il Test di Schirmer, è generalmente consigliato che il paziente tenga gli occhi chiusi in modo naturale (senza strizzarli, quindi) dopo l’inserimento della striscia di carta. Questo aiuta a ridurre il disagio e minimizza l’evaporazione delle lacrime, consentendo una misurazione più accurata della produzione lacrimale.
In alcuni casi, specialmente nelle variazioni del test dove si vuole valutare specificamente la produzione di lacrime con stimolazione (come nel Test di Schirmer II), potrebbe essere richiesto al paziente di tenere gli occhi aperti, in modo da stimolare la produzione lacrimale.
La strisciolina viene lasciata in posizione per circa 5 minuti, per poi misurare la quantità di lacrima assorbita dalla carta (si misura, in millimetri, l’area bagnata), fornendo in tal modo una stima quantitativa della produzione lacrimale.
Al termine dell’esame, l’oftalmologo interpreta il risultato, alla luce anche di altri test e valutazioni cliniche per una diagnosi più accurata.
Il Test di Schirmer deve essere eseguito con attenzione per evitare di danneggiare la superficie oculare o alterare i risultati della misurazione.
È doloroso?
Una delle domande più comuni riguardanti il Test di Schirmer è se sia doloroso o meno.
È importante chiarire che, generalmente, questo test è considerato poco invasivo e non causa dolore. Tuttavia, può provocare una sensazione di irritazione o leggero disagio in alcuni pazienti, al momento del posizionamento della striscia di carta nell’occhio.
È importante sottolineare inoltre che non è possibile utilizzare anestetici per questo test, poiché può alterare la produzione naturale delle lacrime. Ma come detto non è necessario, dal momento che il test produce solo una sensazione di irritazione o fastidio, soprattutto quando il professionista sanitario eseguire il test con delicatezza e precisione.
Al termine del test, dopo la rimozione della striscia di carta, alcuni pazienti possono avvertire una sensazione temporanea di secchezza o irritazione. Tali sintomi sono tipicamente lievi e passano da soli.
In definitiva, il test, pur non essendo doloroso, può causare un disagio temporaneo.
Test di Schirmer per l’occhio secco
Come abbiamo accennato, il test di Schirmer si esegue generalmente per determinare la presenza o meno della sindrome dell’occhio secco. Ma come si manifesta questo disturbo?
I sintomi più comuni includono:
- sensazione di secchezza agli occhi
- occhi irritati o arrossati
- sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio
- visione offuscata (più raramente)
Fastidi che possono essere amplificati in ambienti con aria condizionata, in presenza di vento o durante l’utilizzo di dispositivi digitali per un periodo di tempo prolungato.
Cosa provoca l’occhio secco?
Le cause del disturbo sono varie e includono l’invecchiamento, fattori ambientali come l’esposizione al vento o all’aria secca, l’utilizzo prolungato di schermi digitali, alcune condizioni mediche (ad esempio la sindrome di Sjögren o malattie reumatiche), e l’uso di alcuni farmaci. Anche fattori legati allo stile di vita, come una dieta povera di acidi grassi essenziali, possono contribuire.
Quali sono le possibili conseguenze?
Se non trattato, l’occhio secco può portare a varie complicazioni, tra cui una maggiore incidenza di infezioni oculari o il danneggiamento della superficie dell’occhio, arrivando a compromettere la visione.
Può aumentare il rischio di infezioni oculari, poiché le lacrime svolgono un ruolo importante nella difesa contro i patogeni. Inoltre, può danneggiare la superficie dell’occhio, portando a ulteriore irritazione, cicatrici corneali, e potenzialmente compromettere la visione.
Dove fare il test di Schirmer
In conclusione, il Test di Schirmer rimane uno strumento diagnostico prezioso nella valutazione della produzione lacrimale. La sua semplicità, sicurezza e relativa facilità di esecuzione lo rendono un test largamente impiegato in ambito oftalmologico.
Il test fornisce informazioni cruciali che, integrate con altre valutazioni cliniche, contribuiscono alla diagnosi accurata e al trattamento delle malattie oculari correlate alla produzione lacrimale.
Ma dove eseguire il test di Schirmer in maniera sicura? Il centro polispecialistico Polimed di Afragola (Napoli) ti garantisce tecnologie all’avanguardia e un approccio a 360 gradi ai tuoi problemi di salute.
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